Il progetto “Quando lo sport si serve della psicologia” prevederà 3 incontri tenuti dalla Dott.ssa Calì Viviana psicologa-psicodiagnosta e psicoterapeuta che verranno svolti in contemporanea nell’ambito del progetto “Sport nei parchi – C’è Sport a Valverde”.
Il primo incontro si svolgerà il 19 agosto alle ore 18.30 sempre in Via Martoglio.
Il progetto nasce dall’esigenza di porre maggiore attenzione su alcuni bisogni dei nostri bambini/ragazzi: i diversi modi di apprendere, di comunicare, di agire e reagire, di emozionarsi e di essere motivati. Poiché una competizione sportive non dipende mai esclusivamente delle prestazioni fisiche, ma anche dal coraggio, dalla motivazione, dalle capacità strategiche. Per tale motivo si è pensato di inserire la psicologia al servizio dello sport con l’obiettivo di migliorare il benessere dei bambini/ ragazzi ed il loro funzionamento all’interno del gruppo.
Le esperienze di gioco all’aperto portano i bambini/ragazzi ad una maggiore interesse per la protezione e cura dell’ambiente naturale, oltre allo sviluppo cognitivo, sociale ed emotivo. Infatti quando i bambini giocano fuori, all’aperto, hanno l’opportunità di risolvere i loro disaccordi, i loro conflitti e di organizzare nuovi giochi. Ciò implica cooperazione e una nuova prospettiva. Dunque, Il gioco all’aperto permette loro di costruire nuove amicizie, imparare a condividere, aiutare il prossimo. In particolar modo, in un mondo sempre più tecnologico e digitale, i giochi definiti “ di una volta” possono diventare dei veri e propri strumenti necessari per un corretto sviluppo del bambino. Questo perché” i giochi di una volta” sono in grado di sviluppare le capacità fisiche, psicologiche stimolando la velocità, i riflessi, la precisione, la coordinazione, la percezione di sé stessi nello spazio e il senso del ritmo e del tempo. Questi i giochi favoriscono lo sviluppo della fantasia, al contempo li avvicinano alla realtà e li prepara ad un futuro flessibile e dinamico.
Alla scoperta dei giochi di una volta 19 agosto ore 18.30.
Il gioco è l’espressione più autentica della cultura umana, è sempre “figlia del tempo” e si adatta al contesto e ai cambiamenti culturali. Il recupero dei giochi tradizionali rappresenta, pertanto la riscoperta della propria storia, delle proprie origini, del proprio senso di appartenenza. Il gioco stimola la curiosità, l’inventiva, la manualità, l’ingegno. Verranno presi in considerazione diversi giochi e insieme si deciderà quale gioco fare.
1. Il nascondino noto come “ Rimpiattino” è un gioco in cui , una volta scena la cosiddetta “tana” ( che poteva essere un tronco, un muretto etc..) si designava chi doveva stare lì a contare fino venti fino a che tutti i partecipanti andavano a nascondersi. Una volta finito di contare, chi stava nella “tana” doveva cercare i compagni. Nel momento in cui ne avvistava qualcuno doveva gridarne il nome e correre verso la tana. Il primo dei due che raggiungeva la tana doveva toccarla e gridare a squarciagola “ tana!”. L’obiettivo dei giocatori nascosti era di cercare di lasciare i loro rifugi senza essere visti o toccati e di raggiungere la tana per liberare se stesso oppure anche gli altri con il “ tana libera tutti”
2.Acqua, fuoco e fuochino. Questo è un gioco molto semplice, occorre un qualsiasi piccolo oggetto. Si coprono gli occhi con una benda mentre l’altro bambino nasconde l’oggetto stando attento a non far rumore. Si toglie la benda dal bambino , e a questo punto il gruppo degli altri bambini lo aiuta a ritrovarlo utilizzando le parole “ acqua.. acqua..” se il cercatore è lontano dal nascondiglio; “ fuochino.. fuochino..” se si sta avvicinando; “ fuoco.. fuoco..” se è molto vicino. Un grido di gioia segnala il ritrovamento. A questo punto di potrà ripartire con un altro giocatore.
3.Il gioco della settimana. Questo gioco di movimento richiede agilità ed equilibrio ed è conosciuto con nomi diversi: settimana, campana etc.. si gioca con due o più giocatori ed occorre dotarsi di un sasso non troppo grosso da lanciare sul percorso. Quindi si disegna a terra o sul marciapiede le caselle del gioco e si tracciano i numeri da uno a sette all’interno delle caselle. Le regole del gioco sono: il giocatore deve lanciare il sasso iniziando dal primo giorno della settimana, il sasso lanciato non può toccare le linee di separazione delle caselle, il concorrente che saltellando tocca con il piede le linee di separazione delle caselle, deve lasciare il proprio turno ad un altro giocatore, qualsiasi errore commesso dal giocatore o con il sasso riporta il concorrente al punto di partenza, vince chi per primo raggiunge il settimo giorno della settimana e riesce a tornare indietro senza commettere alcun errore. Si fa la conta per chi inizia. Il concorrente che vince lancia il sasso sul primo giorno della settimana, entro dentro la casella, saltellando su un solo piede, si china, raccoglie il sasso e sempre saltellando torna indietro senza toccare i confini delle caselle. È consentito riposare su due piedi soltanto nell’ultima casella senza numero e nel caso di errore si ricomincia da uno. Vince chi riesce per primo ad effettuare tutto il percorso.
4. Un due tre stella! Fatta la conta e trovato il “ battitore” che deve mettersi girato di spalle, possibilmente appoggiato ad un tronco o ad un muretto si attende qualche secondo poi deve dire un.., due…., tre…. Stella! Girandosi di scatto. Chi viene sorpreso in movimento deve tornare in fondo. L’obiettivo è arrivare a sostituire il battitore e toccare il muro o il tronco senza essere eliminati.
5 Strega comanda colore. Si nomina una “ strega” o uno “ stregone” che ha il compito di scegliere un colore al grido di “ strega comanda color… ROSSO..”. Tutti i bambini devono correre a cercare il colore nominato dalla strega o stregone e toccarlo. Perde chi non riesce a trovarlo e viene toccato dalla strega o dallo stregone.
4. Ruba bandiera. Chiamato anche il gioco del fazzoletto è uno dei giochi più conosciuti. Un educatore dovrà tenere un fazzoletto di stoffa o un tovagliolo, mentre due squadre di ragazzi si contendono il fazzoletto. Le due squadre dovranno disporsi su due file parallele e ad ogni partecipante verrà assegnato un numero. L’educatore che tiene il fazzoletto dovrà chiamare un numero a caso fra quelli assegnati ai componenti della squadra. I giocatori chiamati in causa dovranno correre verso la bandiera, prenderla e tornare alla propria postazione. Nel caso in cui entrambi i correnti afferrino la bandiera nello stesso istante, si dovrà ricominciare chiamando altri numeri.
Tale progetto si propone come obiettivo quello di favorire la conoscenza di se stesso, la conoscenza del mondo, la gestione adeguata delle emozioni, la socializzazione, la capacità di risolvere conflitti, e di acquisire nuove competenze.
La Dott.ssa Calì Viviana è psicologa-psicodiagnosta e psicoterapeuta in formazione presso “Istituto Superiore di Studi Freudiani J.Lacan, iscritta presso Albo Professionale ( Legge 18/02/89 n 56”. Ordinamento della professione di psicologo) Sezione A.